Un omaggio a Mann dal Passo della Futa
Matteo Brighenti | 30/11/2023 | Hystrio
Un omaggio a Mann dal Passo della Futa
LA MONTAGNA INCANTATA (seconda parte), da Thomas Mann
Drammaturgia e regia di Gianiuca Guidotti ed Enrica Sangiovanni
Prod. Archivio Zeta, Fiorenzuola. PASSO DELLA FUTA (FI)
Ridere. O almeno, sorridere. Nel Teatro di Marte di Archivio Zeta, da vent’anni: il cimitero militare germanico del Passo della Rita, Firenze. Non mi era mai successo prima de La montagna incantata (seconda parte). La parola densa di Thomas
Mann, riletta e abitata da Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni, da vorticoso canto degli inferi si fa battesimo perturbante, potente inno alla vita. Incarnato in vertigine ironica da Mynheer-Pieter Peeperkorn, il nuovo amante di Madame Clavdia Chauchat. Andrea Maffetti, che lo vive, prende i fili che si intrecciano al sanatorio Berghof di Davos Dorf, Alpi svizzere – malattia e cura, delirio e sogno, conoscenza e illusione – li taglia e li lancia in aria come coriandoli, aprendo nel racconto un inciso fulminante, quasi in dialogo con la onirica festa di Carnevale al termine della Prima parte nel 2022. il tempo al Berghof è circolare, cinge il protagonista Hans Castorp, un ispirato Giacomo Tamburini, di sorpresa in sorpresa. Eruditi conflitti verbali lo avviluppano in spirali di senso e sensi: gli si piantano in testa come l’imponente scheggia al culmine dell’ultima spirale di pietra in cima a una tale Montagna incantata. Anche Castorp, come questo luogo incredibile, è sospeso tra storia e paesaggio. È riconciliato solo dall’amore per Madame Chauchat, che l’ha portato a rompere con il suo stesso avvenire. La battaglia, quassù, è individuale per la salute di corpo e spirito. Da valle, però, arrivano segni di guerra per le nazioni: è la risposta del fantasma del cugino di Castorp, Joachim Ziemssen. Lo ricorda la bandiera del cimitero, l’unica al vento. E lo ricorderà. li progetto di Archivio Zeta è triennale: si compirà nel 2024, nel centenario del romanzo.
Matteo Brighenti