I sintomi dell’amore dal Berghof al Teatro
30/11/2022
Hystrio
Matteo Brighenti
La montagna incantata – GENERALE
LA MONTAGNA INCANTATA (prima parte)
liberamente tratto dal romanzo di Thomas Mann.
Drammaturgia e regia di Gianitica Guidotti ed Enrica Sangiovanni.
Costumi di les libellules Studio ed Elena Fregni. Musiche di Patrizio Barontini. Con Diana Dardi, Gianluca Guidotti, Pouria Jashn Tirgan, Giuseppe Losacco, Andrea Maffetti, Enrica Sangiovanni, Giacomo Tamburini.
Prod, Archivio Zeta, Modena. PASSO DELLA FUTA (Fi).
La malattia è negli occhi dell’istituzione di cura. Per continuare a operare, non può che vederla addosso a tutti. I perfettamente sani non esistono: chiunque è un paziente. L’uomo viene ridotto a mero corpo, che la medicina riesce a scrutare dal di dentro. Il lume di quella ragione, però, a volte restituisce solo ombre sulle radiografie. Non ciò che è: ciò che potrebbe essere. Sul crinale di questo contrasto si staglia imponente La montagna incantata di Archivio Zeta nel cimitero militare germanico dei Passo della Futa. È la prima parte del progetto triennale sul Bildungsroman, “mostro” di Thomas Mann, Come lui stesso lo definì. La montagna chiama altezza e decisione. Così, Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni scelgono di farci salire subito sul loro Teatro dì Marte una scenografia dì 30.683 lapidi di caduti tedeschi della Seconda Guerra Mondiale dietro al giovane protagonista di Amburgo, Hans Castorp, diretto al Sanatorio Internazionale Berghof, a Davos, Alpi svizzere. Va a visitare il cugino ricoverato per tubercolosi. Ma invece che tre settimane all’inizio del Novecento, come da programma, ci resterà per sette anni, fino allo scoppio della Grande Guerra. Il tempo a Berghof è sospeso, e allora il nostro cammino è costruito per perdere contatto con la realtà. È una scalata vertiginosa alla vetta della malattia e, insieme, è un’odissea inaudita nell’abisso della cura. Le pietre del cimitero sono soglie su Cui le parole-fiume di Mann evocano mondi che affascinano e atterriscono, perché sentir parlare di tosse, febbre e infezioni polmonari ha un che di quanto mai sinistro dopo il Covid-19. C’è un sintomo, però, che fa sentire al corpo che non finisce, e lo libera dalla paura. È l’amore. In cima a questa Montagna incantata è la scoperta di un attimo. Ma vale una vita.
Matteo Brighenti
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