Dentro il buio

data:

27/01/2023

Testata:

Corriere di Bologna

Autore:

Piero Di Domenico

Argomento

La Notte

Cerimonie Fiori, lapidi e ricordi per ripercorrere l’odio di quegli anni
1127 gennaio. il giorno della liberazione del campo dl Auschwitz, si aprirà già in mattinata, dalle 9,30, con la deposizione di fiori davanti alla lapide posta nel Rettorato di via Zamboni 33 a ricordo dell’ignominia delle leggi razziali. Oltre a una struttura nera per simulare l’asfalto carbonizzato con alcune formelle in cartone di colore ottone che riprodurranno le pietre di inciampo, attorniate da piccole rose bianche e pezzi di filo spinato. Con Incisi i nomi degli studenti dell’Alma Mater deportati o che hanno dovuto lasciare gli studi per sfuggire all’arresto. Alle 11,30 la seduta solenne del Consiglio comunale, con interventi di studenti che hanno partecipato al Viaggio della Memoria 2022 a Mauthausen, Gusen e Hartheim, realizzando anche un diario video. Nel pomeriggio, alte 18, la Feltrinelli ospita la presentazione del libro di Giorgio Fabre, in uscita oggi, li Gran Consiglio contro gli ebrei – 6-7 ottobre 1938: Mussolini, Balbo eli regime (il Mulino).

Giorno della Memoria

Mai dimenticherò quella notte, La prima notte nel campo, che ha fatto della mia Vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimentichero quel fumo». Così Elie Wiesel, scomparso nel 2016, Nobel per la pace nel 1986, raccontava nella Notte l’orrore che aveva conosciuto da ragazzo dodicenne portato da un villaggio della Transilvania ad Auschwitz. A quel libro è ispirato un film di 43 minuti girato con il digitale dei primi anni Duemila, Viaggio nella Notte. Realizzato da Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni dì Archivio Zeta, sarà presentato oggi nella Pinacoteca Nazionale di via Belle Arti. Sette proiezioni, quattro in mattinata dedicate alle scuole

Le proiezioni pomeridiane inizieranno alle 15, alle i6 e alle 17 e saranno liberamente accessibili con il biglietto del museo, senza pre-notazione

Come è nato il vostro film?

Sangiovanni: «Vent’anni fa avevamo iniziato a lavorare su La notte per uno spettacolo e un film  Allora Wiesel era vivo e attivo e così avevamo pensato dì provare a portarlo in video all’interno dello spettacolo. Andammo a tro-varlo a Boston dove viveva, Del 2001, dopo l’n settembre e in un clima militarizzato. Non volevamo utilizzare im-magini d’archivio, all’epoca c’età già stato Shoah dì Clau-de lanzmann, noi avevamo come riferimento il rigore di Straub e Thrilliet e con una piccola troupe abbiamo ri-percorso il suo viaggio, da un paese della Romania fino ad Auschwitz».

Cosa avete visto?

Guidotti: «Le immagini sono sguardi su paesaggi collegati ai campi di concentramento, lunghi piani sequenza di come appaiono ancora oggi queste cittadine, immerse nella neve, con boschi a dividere le strutture, immerse in spazi vuoti. Un viaggio nei luoghi di un’Europa che accoglie oggi la nostra memoria. Poi ci sono le sue parole, le sue riflessioni, lette direttamente da lui in francese anche se in origine scritte in yiddish, mentre a noi rispondeva in inglese».

Come avete convinto Wiesel?

S.: «Wiesel non ha mai voluto concedere i diritti cinematografici sulla sua testimonianza scritta. Si dice che avesse rifiutato persino un’offerta di Orson Welles, perché non se la sentiva. Gli abbiamo spiegato che a noi interessava fare un lavoro sulla parola, non ricostruzioni in cui qualcuno avrebbe indossato un pigiama a righe».

Come vi rapportavate con lui?

G.: All’epoca via mail, ma senza la velocità di oggi. Noi andavamo in un Internet point, lui aveva la sua fondazione che ci mandava scansioni di sue lettere scritte a mano. Abbiamo individuato i brani chiave per lavorarci insieme e a Boston abbiamo registrato le sue letture. Un passo decisivo anche per il lavoro teatrale, mentre il film è un corpo a corpo con il libro, con i lunghissimi piani sequenza del viaggio».

Come vi siete mossi con un testo così Complesso?

G.: «Abbiamo studiato la sua opera. Poi, visto che nella sua autobiografia parlava di un incipit che gli era stato tagliato dall’editore francese Mauriac, cattolico fervente la prima versione comprendeva solo un centinaio di pagine delle 700 che aveva scritto – gli abbiamo chiesto di cosa si trattasse. Così lo abbiamo recuperato, era una sorta di parodia del libro della Genesi che inizia con “In principio fu la fede vana”.

Wiesel non ha visto lo spettacolo ma il film sì e ne è stato molto contento. In seguito ha avuto tanti problemi, nel 2007 aveva subìto un attentato da un negazionista e poi era stato vittima anche lui della grande truffa di Bernard Madoff».

Una tappa decisiva anche perii vostro percorso successivo sul temi della memoria.

S.: «E vero, sono vent’anni che abitiamo luoghi legati al nazismo, Montesole, anche Sant’Anna di Stazzema, ìl cimitero germanico della Futa. Enormi labirinti, spirali che ti possono inghiottire lungo un “precipitato di memoria” dell’Europa disgregata del ’44/45- Una distruzione su cui, diceva Wiesel, è caduta una cenere, come quella dopo una bomba atomica, che ha modificato la vita degli esseri umani per sempre».

Da sapere

• Elie Wlesel, superstite dell’Olocausto,. è morto nel 2016

• Vent’anni fa Archivio Zeta lo ha coinvolto nel progetto di trarre un film dal suo libro «La notte» sull’Olocausto
simbolo Una delle immagini più conosciute del campo di concentramento di Auschwitz in Polonia, così come ripreso nel film «Viaggio nella notte» di Archivio Zeta

 

La Notte

di Elie Wiesel

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