Archivio Zeta rilegge la scissione con gli occhi di Gramsci
16/01/2021
Corriere di Bologna
Massimo Marino
Protagonisti Nella foto grande uno degli attori della compagnia Sopra le riprese dei video su Gramsci
La rilettura. Sul canale YouTube della Fondazione, i video girati dal gruppo leggendo le cronache scritte per l’«Ordine Nuovo» e 1’«Avanti»
Archivio Zeta rilegge la scissione con gli occhi di Gramsci
Leggeranno pagine di un testi-mone d’eccezione della nasci-ta del Partito Comunista d’Italia, gli Archivio Zeta. La compagnia bolognese, famosa per gli spettacoli nel Cimitero militare germanico della Futa, per il suo teatro di impegno civile e per il modo particolarissimo di vivere gli spa-zi, ci farà viaggiare negli scritti di Antonio Gramsci che rievocano la scissione di Livorno dal Partito Socialista del 21 gennaio 1921, le questioni e le emozioni connesse alla nascita del nuovo partito. Hanno realizzato un video, Ventuno ventuno ventuno, che andrà in onda giovedì 21 alle 18 sul canale YouTube della Fondazione Gramsci Emilia-Romagna. Ci spiegano Enrica Sangiovanni e Glanluca Guidotti, che firmano il documentario (la partitura sonora è di Patrizio Barontini, le riprese e il montaggio di Andrea Sangiovanni)
«Innanzitutto il titolo. Tutto precipita il 21 gennaio del 1921, con l’adesione degli scissionisti alle 21 tesi della Terza Inter-nazionale. Escono dal congresso dei socialisti al teatro Goldoni e si riuniscono in un altro teatro, il San Marco, malmesso: ci sono foto in cui si vedono i fondatori del Pcdi riuniti con gli ombrelli aperti. Gramsci segue quotidiana-mente il Congresso su L’Ordine Nuovo, il giornale da lui fondato a Torino, e noi leggiamo quei brani e altri, scritti prima e dopo, sulle cronache dell’Avanti e poi durante la prigionia nei Quaderni dal carcere». L’incarico è arrivato a loro, che
vengono da un percorso sulla Resistenza nei luoghi del bolognese, dalla Fondazione Gramsci e li impegnerà sul grande uomo politico per un lungo periodo. «Consultando i documenti, con la consulenza degli storici Luca Baldissara e Siriana Suprani, emerge la grande bellezza della scrittura di Gramsci, un fiume in piena di idee, pensieri, lampi, con una capacità di sguardo e di analisi che avrebbe molto da insegnare ai nostri tempi di politica senza orizzonti. Si capisce come la decisione della scissione sia stata molto sofferta, in un momento di grave crisi della sinistra, mentre nel Paese dilagava la violenza delle squadracce fasci-ste. Ci ha colpito una riflessione, pubblicata sull’Avanti da Gramsci, scritta in seguito della visione di uno spettacolo su un testo di Luigi Chiarelli: dice che la gente spesso preferisce la maschera, con tutto quello di finzione che ha, alla verità del volto. Sembra un’osservazione rivolta a noi, og-gi». 11 video è girato nei locali del Gramsci: «Gianluca legge le riflessioni a caldo e quelle a freddo di qualche anno dopo, spostandosi negli ambienti molto belli della biblioteca, con un design raffinato, scale che si incrociano, scaffali, un murale di Cuoghi e Corsello…». Il progetto continuerà durante l’anno, con un affondo sull’utopia e sul Novecento.
Massimo Marino

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