Archivio Zeta è salvo Antigone a Villa Aldini per i morti di frontiera

data:

20/07/2020

Testata:

la Repubblica

Autore:

Paola Naldi

Argomento

ANTIGONE / nacht und nebel

Sfrattata dal cimitero di guerra tedesco della Futa, la compagnia Archivio Zeta porta il suo “Antigone/Nacht und nebel” a Villa Aldini dall’i al 15 agosto, con una rappresentazione speciale i116 al cimitero di Borgo Panigale. È il lieto fine di una vicenda segnata dal Covid: l’ente governativo tedesco che gestisce i sacrari di guerra germanici sparsi in Europa, dopo anni di collaborazione qualche mese fa ha negato il permesso di andare in scena sul Passo. Il motivo è che le rappresentazioni – pur mantenendo le misure di sicurezza – avrebbero potuto innescare un focolaio del virus. Tutto questo in un luogo sotto le stelle, mentre ormai da settimane sono stati riaperti locali pubblici al chiuso e teatri. Per non parlare delle disco superaffollate o dei treni per la Riviera pieni come un uovo. Ma il no dei tedeschi è stato irremovibile. Granitica All’appello di Archivio Zeta ha fatto da sponda il Comune di Bologna, che ha inserito lo spettacolo nel calendario dell’estate cittadina e ha messo sul piatto un luogo straordinario: Villa Aldini, sulle colline fuori porta san Mamolo.

«Siamo stati contattati dall’assessore alla Cultura Matteo Lepore che ci ha messoa disposizione il sito», dice Enrica Sangiovanni, fondatrice della compagnia insieme a Gianluca Guidotti. «In realtà prima della pandemia avevamo partecipato al bando per andare in scena a Bologna a giugno, ma una volta scattata la quarantena non avevamo più potuto fare le prove. Ora abbiamo adattato lo spettacolo, pensato per il Cimitero della Futa, al nuovo contesto: il pubblico sarà accolto all’aperto, con un distanziamento di almeno due metri. Metteremo gli spettatori sui cuscini di fronte al frontone che trasformerà la villa in un teatro greco, con tutte le sue contraddizioni».

Ma Villa Aldini non è solo una bella struttura architettonica. È anche “un luogo carico di umanità, con la presenza dell’attiguo centro per migranti che ospita anche diversi minori. «Stiamo dialogando con questi ragazzi e alla fine “Antigone” si collegherà ai caduti del Mediterraneo, coloro che muoiono in mare o sulle frontiere, senza nome, e per questo vengono dimenticati. Proprio oggi che si rinnovano gli accordi con la Libia e si vedono le immagini dei corpi umani senza vita sui gommoni».

Antigone è un eroe classico che entra prepotentemente nella storia del Novecento e nelle cronache contemporanee. È un prigioniero politico che viene fatto annegare da Creonte, così come Hitler, con il decreto “Notte e nebbia- Nacht und ne-bel”, decise che gli oppositori al regime dovessero essere fatti scomparire.

«Lo spettacolo si lega così all’emergenza sanitaria, alle morti in solitudine provocate dal Covid-19, alle persone sepolte sole – aggiunge San-giovarmi – L’emergenza sanitaria ha fatto emergere quanto la società, già ammalata, cerchi di immunizzarsi, da un virus come da uno straniero, tradendo la pietà. Il mito è uno dei temi che attraversano la nostra storia senza interruzione, non ha bisogno di presentazione ma ha in sé la carica della lotta partigiana e della resistenza. Ha la volontà di ribadire che ogni tanto bisogna dire “no” come un’affermazione, come qualcosa di positivo».

L’ultima replica, il 16 agosto, partirà all’alba con una processione al cimitero di Borgo Panigale per un rito che darà simbolica sepoltura in una sorta di Requiem ai morti di Corona-virus di Bergamo, portati anche al crematorio di Bologna sui camion l dell’esercito.

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