Pilade e la forza del passato
Massimo Marino | 14/08/2015 | Left
Pilade e la forza del passato
Archivio Zeta mette in scena il rifacimento pasoliniano della Orestea di Eschilo
di Massimo Marino
Al Passo della Futa, tra Firenze e Bologna, c’è il cimitero militare germanico, una collina costellata di 36mila tombe di soldati tedeschi che morirono nell’ultima guerra, meditazione tra nuvole e vento sulla ferocia umana. Là, Archivio Zeta organizza da anni spettacoli di intensa risonanza visiva e intellettuale.
Dopo Orestea, dopo Gli ultimi giorni dell’umanità di Kraus, le barbarie della prima guerra tecnologica, quest’anno fino al 16 agosto presenta Pilade Boscocimitero dal Pilade di Pasolini, un testo scritto nel 1966 e più volte ripensato che narra per squarci poetici e di pensiero l’Italia dalla Resistenza al miracolo economico, con qualche profezia sui nostri tempi di progresso e mercato. Pasolini continua l’Orestea di Eschilo: parte dall’instaurazione della democrazia a Argo e fa di Pilade la coscienza critica che prova a inceppare un meccanismo che vuole in fretta cancellare il passato oscuro affidandosi a nuovi riti di efficienza razionale, trovando un posto “produttivo” anche ai sogni, agli antichi ribelli, ai poeti. Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti hanno sezionato questo dramma poco teatrale in quattro episodi, mettendone le visioni poetiche in cortocircuito con luoghi di forte suggestione.
Dopo Monte sole, dopo le Saline di Volterra, alla Futa è fortissimo Pilade che grida tra le tombe: «Non siamo certo inesperti di sangue, noi». I personaggi, rigide figure scultoree o esseri umani infimamente squassati, dialogano a volte a cento metri di distanza (le voci arrivano in cuffia), verso un malinconico tramonto sotto l’ala spezzata del mausoleo, con una domanda sui poteri e le mistificazioni della ragione, della modernità, mentre la voce di Pasolini scandisce: «Io sono una forza del Passato».
Un altro episodio si vedrà il 12 settembre a Bologna, davanti a una villa neoclassica oggi centro di accoglienza per migranti. L’opera sarà ricomposta in quattro siti dei capoluogo emiliano ii 2 novembre, anniversario dell’assassinio del poeta
(www.archiviozeta.eu)