Nidi di ragno. I sentieri della memoria
Emiliano Sbaraglia | 04/10/2019 | Memoradio
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TRASCRIZIONE
Memoradio voci storie e pensieri sul lavoro
Buon pomeriggio anche da parte di Emiliano Sbaraglia il nostro appuntamento con Memoradio che questo oggi si occupa di un’iniziativa dell’archivio zeta con il progetto META nidi di ragno, che ci invita a percorrere alcuni sentieri della memoria nella regione emilia-romagna, un viaggio che viene suddiviso in 8 tappe, la prima si è svolta nella storica Monte Sole per la tragedia che tutti ricordiamo, noi parliamo di tutto questo con i due curatori del progetto per l’archivio zeta Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti che ringraziamo per essere con noi salutiamo Enrica Sangiovanni bentrovata e un saluto anche a Gianluca Guidotti Buongiorno è che ha come obiettivo quello di non dimenticare Come si sviluppa il progetto nidi di ragno
ES – Allora il progetto si sviluppa da a partire appunto alla prima tappa Monte Sole, fino al 15 dicembre, quindi attraversa l’autunno è l’inizio di questo inverno del 2019. L’idea è quella di percorrere questi sentieri in autunno proprio perché sono meno battuti e perché la natura spesso riserva delle sorprese incredibili, perché appunto gli alberi si colorano di giallo di rosso, quindi attraversare i boschi andare a cercare alcuni luoghi è anche dal punto di vista naturalistico molto bello molto e interessante, poi c’è da dire che il passaggio del fronte è stato principalmente appunto nell’inverno del ‘44 quindi effettivamente noi andiamo a ricercare dei luoghi proprio nel momento in cui sono stati attraversati dal fronte quindi anche col rischio di trovare la pioggia la nebbia eccetera. L’idea è quella di andare a trovare dei luoghi che sono magari sconosciuti ai più è che sono stati teatro di avvenimenti molto dolorosi: il passaggio del fronte in questa parte dell’Emilia Romagna al confine con la Toscana è stato uno dei momenti più terribili della guerra per quanto riguarda l’Italia, perché si sono si sono consumati degli eccidi spaventosi: le truppe tedesche in ritirata erano in una ritirata particolarmente aggressiva, contro le popolazioni locali e contro la guerriglia partigiana, quindi stiamo parlando di una ferocia che a volte lascia veramente attoniti e senza parole. Luoghi sconosciuti che hanno dei piccoli segni di riconoscimento a volte dei cippi a volte a volte a volte al solo alcune persone si ricordano di dov’era il luogo preciso, quindi andiamo a fare una ricognizione topografica di quello che la memoria lascia sul territorio per capire anche come ci lavoriamo noi oggi anche a livello artistico ma anche politico ma anche di riflessione quindi non soltanto i luoghi famosi ma anche luoghi semisconosciuti dove però invece sono avvenuti fatti terribili
Non è solo un percorso di carattere storico ma ma anche poetico mi vien da dire letterario il titolo già lo suggerisce ci riporta Italo Calvino al primo romanzo di Italo Calvino ma credo ci sia un legame anche con l’ultimo Cesare Pavese
GLG – Infatti Diciamo che i due autori di riferimento sono proprio loro l’ultimo romanzo di Cesare la luna e i falò il primo di Italo Calvino quasi un passaggio di testimone Cesare Pavese è un’ispirazione costante del nostro lavoro anche ieri infatti abbiamo letto un “dialogo con leucò” in questo caso una delle costanti di tutte le tappe di tutti i percorsi sarà certo la ricerca di questo metaforico nido di ragno che tutte le volte dobbiamo andare a scovare ma nello stesso tempo ci sarà un vero e proprio falò che allestiremo alla fine di ogni percorso. Falò che diventa quindi una specie di nuovo rituale dove può di nuovo farsi il racconto, la memoria, leggere dei libri in relazione al fuoco, sappiamo che è una cosa molto partito il nazismo del rogo dei libri e quindi in qualche modo avere un falò che invece è un falò legato alla civiltà contadina, quindi il frutto della rigenerazione, della rinascita anche della della terra, brucio qualcosa che in qualche modo dovrà far poi rinascere a primavera la vita. Quindi diciamo che un legame con una civiltà contadina perché sappiamo bene che queste stragi commesse nell’autunno del ‘44 in questa zona furono soprattutto strage ai danni della Civiltà Contadina quasi tutti quelli che sono stati uccisi erano contadini e purtroppo i loro figli partigiani erano nascosti nei boschi pensando che i tedeschi si sarebbero accontentati di loro invece sappiamo come sono andate le vicende molto spesso sono stati uccisi i vecchi, donne, ma anche molti molti bambini.
Vorrei chiedere invece ad Enrica Sangiovanni a chi vuole rivolgersi il progetto
ES – il progetto in realtà si rivolge a tutti coloro che hanno voglia di fare una passeggiata non lunghissima non faticosa sostenibile e che hanno voglia di venire quindi a percorrere alcuni sentieri e di conoscere dei luoghi nuovi capire che cosa è successo ma anche avere l’opportunità di ascoltare un l’esecuzione di un brano di Brahms all’interno di un bosco piuttosto che nell’aia di un’antica casa contadina perché noi appunto saremo accompagnati da artisti, da musicisti, da storici, da antropologi, da semiologi, quindi diciamo in ogni percorso saremo accompagnati da una serie di persone, studiosi e artisti, che ci aiuteranno a leggere e ad interpretare quel luogo non soltanto come luogo, appunto, dov’è avvenuto un fatto storico, ma dove in qualche modo possiamo riportare una vita attraverso l’arte e di portare qualcosa che magari possa essere anche solo per quel pomeriggio secondo e appunto non lasciarci soli di fronte all’orrore di ciò che si è compiuto perché la solitudine di fronte all’orrore difficilmente aiuta a comprendere veramente le cose la nostra una condivisione in tutti i sensi, quindi coinvolgiamo le persone anche giovanissime anche a montesole c’erano molti ragazzi, vengono con i loro genitori oppure i nonni con i nipoti, proprio perché in realtà c’è bisogno di fare un lavoro anche con i giovanissimi, non retorico non puntato a scioccare le persone con l’orrore di quanto accaduto, ma più che altro incentrato sulla riflessione su ciò che noi oggi possiamo fare per comprendere il nostro contemporaneo, anche perché l’orrore non è stato debellato dal mondo: ci sono popolazioni che vivono in guerra tuttora, bambini che vengono maltrattati e uccisi in altre parti del mondo quindi non siamo vaccinati, ricordare non ci mette al riparo, conoscere la storia purtroppo non ci mette al riparo e quindi in qualche modo è un interrogarsi su se stessi su ciò che ognuno di noi una volta tornato a casa col suo kit nidi di ragno magari può fare per cambiare la situazione attuale
Possiamo ricordare qualche prossimo appuntamento?
GLG – Il prossimo appuntamento è domenica 20 ottobre, andremo a Ca’ Berna nei pressi di Lizzano in Belvedere sull’appennino tosco-emiliano, ci sarà un pulmann che parte da Bologna, questo è un eccidio molto particolare perchè avviene in una località molto piccola, vengono uccise circa 30 persone e avremo la fortuna di incontrare nell’aia della sua casa, un partigiano che all’epoca aveva 18 anni e che si nascose nel bosco a 300 metri da casa sottoterra e che purtroppo in questo eccidio perse la madre, avremo la fortuna di avere questo ultranovantenne che ha voglia ancora di testimoniare questa tragedia, e avremo modo di parlare con lui, di ascoltarlo, di fare il pane accanto al forno di casa sua e condividere insieme questo pomeriggio.
allora io ringrazio per essere stata con noi Enrica Sangiovanni buon lavoro e un saluto anche a Gianluca Guidotti archivio Zeta per entrambi Grazie Grazie buon lavoro vi ricordiamo il progetto nidi di ragno un percorso suddiviso in 8 tappe iniziato ad ottobre che si concluderà nel dicembre del 2019 una sorta di ricognizione topografica sul terrore, sugli eccidi, che nel periodo della Resistenza con particolare riferimento all’anno 1944 alcuni territori dell’Emilia Romagna: Cerpiano, Monte Sole, Ca’ Berna, Boschi di Ciano, Ronchidoso Villa Emma a Nonantola, il monumento alle partigiane di Villa Spada a Bologna ancora il monumento ai Partigiani della Certosa. Insomma una serie di appuntamenti da non perdere, torneremo ad occuparci alla conclusione in dirittura d’arrivo di questo progetto, ancora qui su memoradio, ne abbiamo parlato e li ringraziamo con Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti curatori del progetto per archivio Zeta, concludiamo il nostro memoradio di oggi io Ringrazio tutti voi per averci seguiti Un ringraziamento a Mauro De Santis e Ivana Marrone in regia. Un saluto da parte di Emiliano Sbaraglia, la linea torna in studio