I fiumi dell’Iliade
Giulia Foschi | 28/04/2014 | la Repubblica
Oratorio San Filippo Neri
I canti finali del poema omerico riletti da Archivio Zeta: una riflessione sulla guerra e la pietà
Giulia Foschi
L’«Iliade» come una generosa materia scenica, dove ogni singolo elemento può prendere parola e trasformarsi in in immagine: la forza della natura, la costruzione delle armi, la violenza, i sentimenti eie contraddizioni dell’animo umano. LacompagniaArchivioZeta, reducedaIlaletturapubblicadell’«Antigone» a Monte Sole, nell’anniversario della Liberazione, porta stasera all’Oratorio San Filippo Neri di via Manzoni 5, per il ciclo «La Pietà», una personale interpretazione del poema di Omero, nella traduzione di Rosa Calzecchi Onesti, cui s’accostano, quasi come una seconda drammaturgia, le voci di Cesare Pavese e Simone Weil.
Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni sono fondatori e autori di Archivio Zeta, associazione indipendente di teatro e cinema nata nel 1999 a Firenzuola. Vivono e lavorano sull’Appennino tosco-emiliano, proseguendo nell’intento di riscoprire e diffondere un Teatro di Parola.
«lliade.Ifiumi parlano», dopo gli studi su Eschilo e Sofocle, è un «nuovo tentativo» di percorrere, verso a verso, con cura e pazienza, i «duelli verbali» di un’opera. «Una battaglia, una sfida della poesia contro l’assuefazione, contro l’ignoranza, contro tutto ciò che è offesa al mondo».
Lo spettacolo mette in scena l’ultima parte del poema, dal XVIII al XXIV libro, in cui sì narrano le vicende di Achille. In sei quadri — fabbricazione, duello, uccisione, riscatto, compianto, sepoltura — viene rievocata la parabola dell’eroe, dal momento in cui, dopo l’uccisione del compagno Patroclo, decide di tornare a combattere: la preparazione delle armi, il combattimento col fiume Scamandro, dov’è la natura stessa che si rivolta contro la violenza, la tragica morte di Ettore, il riscatto del suo corpo da parte del padre Priamo e infine la sepoltura.
Seguendo la trama dell’«Iliade», gli autori avviano una più ampia riflessione sullo scontro tra civiltà, tracciando un parallelo con le dinamiche delle guerre contemporanee, a partire dal confronto con un passato spietato.
«S’impara a mettere in connessione la lettera con la vita, con la realtà, a dargli forma, pensiero, anima e immaginazione e ad osservare come lievita un pane di parole o come si leviga un legno carico di versi, o come si zappa un campo irto di accenti. Verso a verso come corpo a corpo, e poi il duello si fa coro, e polifonia condivisa».
Ore 21, ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, informazioni 051225128.