Archivio Zeta, la magia del teatro sulla Futa

Duccio Moschella | 19/08/2023 | La Nazione

Firenzuola (Firenze), 20 agosto 2023 – Cala il sipario oggi pomeriggio al Cimitero militare tedesco della Futa, il progetto “La Montagna Incantata”, il lungo viaggio che Archivio Zeta, l’associazione culturale di produzione indipendente di teatro e cinema, nata a Firenzuola nel 1999 per una felice intuizione di Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni, ha intrapreso sul capolavoro di Thomas Mann. Ma l’attività del gruppo non si ferma certo qui. Sabato 9 e domenica 10 settembre, per esempio, andrà in scena a Bologna, con uno spettacolo itinerante nel parco di Villa Aldini, le “Baccanti” di Euripide, mentre martedì 19 e mercoledì 20 settembre, trasformerà per due sere in teatro la Risiera di San Sabba di Trieste, unico campo di sterminio nazista in Italia, con “La Notte” di Elie Viesel, che avvertono gli autori “non è uno spettacolo, ma un’ipotesi per dire la materia indicibile” della Shoah, un percorso sulla memoria, che la coppia Guidotti-Sangiovanni porta avanti da almeno un ventennio. E’ del 2003 infatti la realizzazione del documentario “Viaggio nella Notte” sulla vita appunto di Elie Viesel, fonte anche dello spettacolo-non spettacolo triestino.

A proposito di ricorrenze, sono trascorsi vent’anni dalla scelta, con il debutto de “I Persiani” di Eschilo, di utilizzare il Cimitero militare germanico del passo della Futa come Teatro di Marte, come “scenografia di senso” per il lavoro artistico di Archivio Zeta: “Per una riflessione contemporanea sull’essere, sulla memoria, sul principio responsabilità, sullo spazio, sulla natura, sulla parola. Questo incredibile luogo non riconciliato, sospeso tra storia e paesaggio, ha guidato nel corso degli anni scelte drammaturgiche, etiche, estetiche: da Eschilo a Sofocle, da Karl Kraus a Pier Paolo Pasolini, da Julio Cortàzar a William Shakespeare, da Fëdor Dostoevskij a Thomas Mann”: come si legge nel sito web dell’associazione.

Giunti al traguardo dei vent’anni di lavoro culturale “in quota”, Archivio Zeta vuole coinvolgere spettatrici e spettatori che nel corso del tempo hanno vissuto la Futa, in una riflessione collettiva. “Abbiamo deciso di raccogliere testimonianze, ricordi, pensieri, racconti, sensazioni con lo scopo di creare un archivio di memoria corale che possa raccontare in modo polifonico questo rito culturale. – lancia l’appello Archivio Zeta – Vi chiediamo quindi di inviare i vostri scritti a ventifuta@archiviozeta.eu”.