Archivio Zeta fa battere l’antico cuore omerico

ER Cultura | 06/07/2017 | ER Cultura

Nell’ambito di Best – La cultura si fa spazio, il nuovo cartellone estivo del Comune di Bologna, domenica 9 e domenica 16 luglio la compagnia bolognese  Archivio Zeta presenterà il suo nuovo allestimento, “Iliade/poema della forza”. Con la drammaturgia e regia di Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni, lo spettacolo proporrà uno sguardo inedito su Bologna, un viaggio di conoscenza e di perlustrazione, un attraversamento della città da est a ovest che si tradurrà in una vera e propria maratona teatrale, scandita in quattro tappe (dall’alba al tramonto) e concentrata su quattro luoghi di Bologna, a cui corrispondono quattro episodi dell’Iliade di Omero. Sarà un rito e una riflessione sulla ciclicità del tempo, ma anche una visione topografica nuova, seppur antichissima, della città (tre luoghi su quattro non compaiono nemmeno sulle mappe e non hanno nome…).

Il lungo sottotitolo riassume bene l’intento della compagnia e l’essenza di questo spettacolo: “Maratona da Levante a Ponente, dall’alba al tramonto, dal Savena al Reno, una lama tesa sul decumano massimo di Bologna.”  Gli aedi di Archivio Zeta Enrica Sangiovanni, Gianluca Guidotti, Alfredo Puccetti e Luciano Ardiccioni attingeranno all’Illiade di Omero (dal libro XVIII al XXIV) e interpreteranno questo antico poema della forza cercando in ogni spazio, senza mai abbandonare l’asse decumano, segni, riverberi e risonanze. In ogni luogo la parola sarà accompagnata da una partitura sonora, fatta di percussioni, fiati e archi, composta da Patrizio Barontini ed eseguita dal vivo. Sia aedi che musicisti non avranno amplificazioni e, seguendo i dettami del teatro greco, non verrà mai utilizzata l’illuminazione artificiale.

Il rito culturale comincerà all’alba, alle 4.30, al Bologna War Cemetery (via Giuseppe Dozza 32), un piccolo cimitero dei caduti di guerra del Commonwealth che pochi conoscono, un semplice lembo di verde al confine tra Bologna e San Lazzaro: in questo spazio il pubblico, seduto sul prato nei pressi del Savena con lo sguardo rivolto a est, attenderà il nascere del sole ascoltando “Fabbricazione dello scudo di Achille” (Efesto che fabbrica lo scudo di Achille e Teti che descrive lo scudo-cosmo che consegnerà al figlio).
“Fiume Scamandro” è il titolo della seconda tappa del percorso: il pubblico si sposterà sull’asse del decumano massimo verso il centro e arriverà a lambire idealmente le mura, immergendosi nei nuovi sotterranei del policlinico Sant’Orsola. Qui, alle 8.30, nel Sotterraneo del Padiglione 23 (con l’ingresso da Viale Giambattista Ercolani o Via Pietro Albertoni), tra un intreccio di tubature e cavi e il fiume carsico artificiale che scorre sotto tutto l’ospedale, verrà narrata la devastazione che Achille compie nei confronti della natura (e il fiume che si rivolta, prende parola, assume sembianze umane e sfida a duello l’eroe).

Dopo una pausa per riposarsi nelle ore più calde, nel parco antistante alla Fondazione MAST (via Speranza 42) alle 18.30 avrà inizio la terza tappa, il “Duello Ettore Achille”. In un percorso verso il fiume, Achille e Ettore si inseguiranno sul perimetro del campo di battaglia ed Ettore diventerà “una cosa”, come dice Simone Weil (alcuni brani dei suoi testi sono inseriti nello spettacolo).

Da qui, dopo una breve pausa, si attraverserà il parco per raggiungere il luogo dell’ultimo appuntamento, l’argine del Reno in un punto molto particolare, dove si trova una Porta di pietra, una sorta di Porta dei Leoni da periferia urbana contemporanea affacciata sul nulla del Reno. Superata la porta con in faccia l’ultimo sole, alle 20.30, il pubblico verrà disposto sul prato in un leggero declivio che guarda lo scorrere del fiume e un canneto: sarà la tenda di Achille e il palcoscenico dell’ultimo episodio, “Restituzione e sepoltura di  Ettore” (in cui il vecchio Priamo reclama e ottiene il corpo del figlio).

Portando avanti l’idea che il futuro abbia un “cuore antico”, Archivio Zeta, vincitore nel 2014 del Premio Rete Critica per la miglior progettualità, coltiva un vivo interesse verso una ricerca che affonda nella memoria umana, verso lo scandaglio di archetipi e della psiche umana. Anche a proposito di questo nuovo allestimento, i fondatori della compagnia Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni sottolineano: “Ci accorgiamo, per simpatia, per assonanza, che Iliade è ancora lettera viva, se chi dice o ascolta è vigile, disponibile. Questa è una battaglia, una sfida della poesia contro l’assuefazione, contro l’ignoranza, contro tutto ciò che è offesa al mondo.”

La traduzione del testo omerico porta la firma di Rosa Calzecchi Onesti. L’esecuzione dal vivo della partitura musicale è di Luca Ciriegi (percussioni), Francesco Canfailla (violoncello) e Gianluca Fortini (fiati).