Antigone/Nacht und Nebel
Amelia Di Pietro | 11/08/2020 | Critical Minds
ANTIGONE / NACH UND NEBEL
drammaturgia e regia Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni
con Gianluca Guidotti, Enrica Sangiovanni, Antonia e Elio Guidotti, Alfredo Puccetti, Andrea Sangiovanni, Alessandro Vuozzo
partitura sonora Patrizio Barontini, elementi scenografici Francesco Fedele, tecnica e invenzioni Andrea Sangiovanni, sartoria les libellules, conflagrazioni poetiche Angela Tognolini, Paul B. Preciado, Pier Paolo Pasolini, Germaine Tillon, voci del Coro Alessandro Barontini, Antonia e Elio Guidotti, assistenza Giulia Piazza, foto di scena Franco Guardascione, ufficio stampa Sabrina Camonchia, produzione Archivio Zeta 2020
In scena alla Villa Aldini di Bologna fino al 15 agosto
Voto: 9 su 10
Non si può far tacere il pensiero. Non si può reprimere l’esigenza di esprimersi. Non c’è virus che possa impedire alla cultura di dare voce e corpo a idee e progetti. In questa insolita estate per tutti anche la cultura ha dovuto riorganizzare i suoi spazi, proprio come ha fatto Archivio Zeta con il suo ultimo spettacolo “Antigone/Nacht und Nebel”. Lo spettacolo avrebbe dovuto debuttare nel cimitero militare germanico del Passo della Futa, ma le autorità tedesche hanno deciso di impedire la rappresentazione per ragioni legate al Covid. Così il comune di Bologna, da sempre attento e vicino al settore culturale, ha accolto la compagnia di attori nel suggestivo contesto di Villa Aldini divenuta scenario di uno spettacolo ricco di poesia, forza espressiva ma anche di passione sociale e politica.
“Ça c’est superbe!”, esclamò Napoleone durante una cavalcata sui colli bolognesi nel giugno del 1805, arrivando sulla cima del monte dell’Osservanza. Qualche anno dopo, nel 1811, Antonio Aldini, consigliere di Napoleone e Segretario di Stato del Regno d’Italia, dette inizio ai lavori della villa: una reggia bolognese per Napoleone, da dove poter godere della migliore vista sulla città. La villa è già stata cornice di grandi eventi culturali. Nel 1975, infatti, fu proprio Pier Paolo Pasolini a sceglierla per girare alcune scene del suo ultimo film Salò o le 120 giornate di Sodoma, distillato di perversione, corruzione e sopruso del potere.
Ed è in questo contesto che Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti mettono in scena un’Antigone simbolo della Resistenza, una eroina che dice no e lo dice affermandolo, con potenza e determinazione. Con pochi e semplici suggestioni sceniche unite alla bravura degli attori e a un testo che scavalca la tragedia di Sofocle per irrompere in conflagrazioni culturali contemporanee, che spaziano da Angela Tognolini, Paul B. Preciado, Pier Paolo Pasolini, Germaine Tillon, quest’Antigone diviene più che mai un urlo di protesta contro i soprusi del potere.
Gli spettatori sono seduti, a debita distanza, di fronte alla villa. Davanti un cerchio di corda bianca delimita un perimetro con all’interno un fantoccio inerme. Due donne coperte da un velo nero siedono in fondo alla scena. È Creonte (Gianluca Guidotti) a prendere la parola. In alto, affacciato al balcone della villa e in abiti che ricordano i politici contemporanei, sentenzia il suo volere, ossia dare onoranze funebri al corpo di Eteocle, lasciando invece insepolto quello di Polinice. Ed è qui che entrano in scena Antigone e Ismene che si tingono il volto con della biacca, dalla fronte al mento, pronte a lottare, a resistere al volere degli uomini per ottemperare a un volere più alto: l’amore e la compassione. Ed è per l’amore verso suo fratello che Antigone decide di varcare quella soglia di infrangere le regole, di entrare nel cerchio per adempiere al volere, non degli uomini, ma dell’umanità.
Commovente è la potenza espressiva e scenica dell’Antigone interpretata da Enrica Sangiovanni che legata con le mani dietro la schiena da una corda appesa ai due piloni dell’edificio grida il suo bisogno di opporsi, di dissentire. di trasgredire le leggi dei potenti se questo significa disubbidire a leggi non scritte, ben più importanti, di pietà e fratellanza. Le parole vibrano nell’aria e Antigone ci racconta della fragilità del corpo e della poesia che si nasconde dietro tale fragilità, della volontà di opporsi, all’ingiustizia, alla corruzione, ci racconta del suo desiderio di vivere, senza, per ciò, accettare compromessi. La sua volontà non si sgretola nemmeno quando da questo dipende la sua stessa esistenza per volere di Creonte.
Disposta a perdere la vita per le sue idee Antigone rappresenta il simbolo stesso della lotta e della resistenza. Una donna forte e decisa che intende rivoluzionare lo status quo non in nome dell’odio ma in nome dell’amore.
Ma Creonte deve fare valere la sua superiorità di uomo e di politico, e comanda che Antigone venga rinchiusa con poco cibo in una grotta. Ed è qui che acquisisce senso il sottotitolo dello spettacolo Nacht und Nebel ovvero “notte e nebbia”, l’espressione che definiva i prigionieri politici della Germania nazista condannati a morte durante la Seconda Guerra Mondiale ma ancora in attesa di esecuzione. Gli oppositori dovevano essere fermati e fatti scomparire “nella notte e nella nebbia” diceva testualmente Hitler. Su applicazione del decreto, tutte le persone rappresentanti un pericolo per la sicurezza, sabotatori e resistenti, vennero deportate e sparirono nel segreto assoluto, costretti a indossare un’uniforme con la sigla N.N.
Anche Antigone indossa simbolicamente quell’uniforme così come la indossano tutti coloro che hanno subito un’ingiustizia in nome di una giustizia stabilita con arbitrio dall’uomo a partire dalle stragi nei campi di concentramento fino ad arrivare alle nuove vittime di queste leggi arbitrarie, tutti i migranti che lottano per una vita migliore che spesso finisce dentro le acque del Mediterraneo che risucchia i loro corpi e i loro sogni.
Ed è proprio con questo potentissimo messaggio che l’Antigone di Sofocle lascia il posto alla contemporaneità. Un galleggiante arancione viene calato dall’alto per ricordarci che essere Umani alle volte ha la precedenza su ogni altra cosa.
Le repliche, iniziate in prossimità del 40° anniversario della strage impunita di Bologna, andranno avanti fino al 15 agosto. Il 16 agosto all’alba è prevista l’ultima replica speciale che si intitolerà Requiem Antigone e che sarà un rito culturale catartico per dare simbolicamente sepoltura ai morti di Coronavirus che i camion dell’Esercito Italiano hanno portato da Bergamo fino al Crematorio di Borgo Panigale nel marzo di quest’anno.
Amelia Di Pietro