Requiem Antigone
una marcia desolata, una processione addolorata
a cura di Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni
partitura musicale Patrizio Barontini
con Enrica Sangiovanni, Gianluca Guidotti, Andrea Sangiovanni, Alessandro Vuozzo
violoncello Francesco Canfailla
sartoria les libellules Studio
foto Franco Guardascione
ufficio stampa Sabrina Camonchia
Lo stato farmacopornografico si è comportato come un Creonte neoliberista, che c’impedisce di seppellire i nostri morti perché sarebbero diventati dannosi per una comunità che sogna di essere immunizzata. Noi, i figli bastardi di Antigone, esigiamo cure e celebrazione dei corpi dei nostri amati ammalati di covid, sia vivi sia morti.
Paul B. Preciado
Libération/Internazionale – 20 giugno 2020
REQUIEM ANTIGONE è una marcia desolata, una processione addolorata, un rito culturale catartico di elaborazione del lutto collettivo per dare simbolicamente sepoltura ai morti di Coronavirus.
La città è malata per tuo volere, grida Tiresia a Creonte nella parte finale della tragedia di Sofocle. Creonte con arroganza risponde: I contagi del cielo io non li temo. Questo è il nucleo lessicale esplosivo intorno al quale ruota una vicenda – la scelta di Antigone sulla sepoltura del corpo del fratello – che ripetutamente tende a esorbitare dall’antico tracciato e riflettere i conflitti in corso: Mediterraneo, Amazzonia, Turchia, panico della pandemia, per fare gli esempi più vicini. Antigone continua a essere tragico mare interiore, mare nostro rosso sangue, un luogo morale dove non siamo più in grado di assumerci la responsabilità di dare sepoltura mentre la peste contamina la terra ferma.
Un’azione civile, teatrale e musicale con il violoncello di Francesco Canfailla.
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Cimitero di San Cataldo - Modena
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