PRO E CONTRA DOSTOEVSKIJ
liberamente ispirato a Il sogno di un uomo ridicolo (1877) e I fratelli Karamazov (1879)
drammaturgia e regia Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni
con Gianluca Guidotti, Enrica Sangiovanni, Antonia e Elio Guidotti, Alfredo Puccetti, Andrea Sangiovanni, Alessandro Vuozzo
partitura sonora Patrizio Barontini
elementi scenici Francesco Fedele e Giulia Piazza
tecnica Andrea Sangiovanni
costumi les libellules Studio
assistente alla regia Giulia Piazza
foto di scena Franco Guardascione
ufficio stampa Sabrina Camonchia
produzione Archivio Zeta 2019
PRO E CONTRA DOSTOEVSKIJ è un progetto teatrale di ampio respiro, costituito da una drammaturgia originale ispirata all’opera di Fëdor Dostoevskij (1821-1861), in particolare ad alcuni frammenti del racconto Il sogno di un uomo ridicolo (1877) e ad alcune scene del romanzo I fratelli Karamazov (1879), tratte soprattutto dal libro V della parte II (che è il cuore tragico del romanzo e che si intitola appunto Pro e contra).
Dostoevskij nel 1862 intraprese un lungo viaggio in Europa che sconvolse la sua anima e lo trasformò in un uomo del sottosuolo. Anche lo spettacolo è un viaggio verso il sottosuolo di un uomo ridicolo, un uomo in preda ad una terribile angoscia, un uomo attratto dalla forza della bassezza, un indifferente che, dalla Russia ortodossa, popolata di monaci e permeata di icone e riti, decide di partire per un’Europa che, con il suo Palazzo di Cristallo nella Londra dell’Esposizione universale, simbolo di un mondo brutale ridotto a immenso e seducente meccanismo tecnico, è già un cimitero e nient’altro.
Nel corso delle stazioni di questo pellegrinaggio fantastico quest’uomo, questo paradossista a cui non frega più niente, s’imbatterà in un angelo sotto forma di stella, si scontrerà, come in un incubo, con il diavolo in persona in una camera d’affitto, si troverà calato nella Siviglia del Sedicesimo secolo a dirigere l’incontro tra il Grande Inquisitore e Cristo.
Lo spettacolo è un viaggio polifonico nell’universo Dostoevskij, alla ricerca dei pro e dei contra, delle domande ultime, inseguendo le voci-idee del passato, del presente e del futuro, come le definiva Michail Bachtin. Un viaggio fisico e filosofico che attraversa il vasto territorio della dualità: un campo di battaglia in cui bene e male sono in lotta tra loro. Volevamo che queste voci-idee risuonassero nel cimitero: che cosa è permesso? si può moralmente andare al di là del bene e del male? come possiamo misurare la nostra libertà? davanti a chi inchinarsi? Queste domande si abbattono sul coro silenzioso dei caduti. Il coro muto fa eco al nostro tempo con le stesse domande, nel nostro teatro di Marte.
In quest’epoca di terrore e di follia insensata risaliamo in un volo cosmico fino a Dostoevskij, per andare alle radici della storia della società massificata dove potere, economia e politica si saldano per sfociare nei totalitarismi che abbiamo conosciuto e, forse ancor di più, nell’attuale sistematica distruzione del pianeta.