Eschilo a Stazzema, tragedia per la Memoria
Valentina Grazzini | 18/08/2008 | l'Unità
Archivio Zeta porta «I Persiani» nel Parco di Sant’Anna: «Dalla Futa a Marzabotto, un teatro che faccia riflettere»
Dopo il Cimitero militare germanico della Futa e in attesa di approdare a Marzabotto, il lavoro teatrale sulla Memoria che Archivio Zeta sta portando avanti dal 2003 non poteva non far tappa a Sant’Anna di Stazzema, luogo simbolo dell’orrore e dell’aberrazione della guerra.
L’appuntamento con I Persiani di Eschilo è dunque per giovedì 21 nel Parco della Pace sulle Apuane, dove la compagnia metterà in scena al tramonto (ore 18, spettacolo itinerante) un frammento del più ampio progetto Linea Gotica.
«Quando varcammo le porte del Cimitero capimmo che quello era il luogo perfetto in cui pensare la tragedia greca racconta Gianluca Guidoni, fiorentino, che come la sua partner partenopea Enrica Sangiovanni è allievo di Luca Ronconi -.
Lì sono sepolti 32mila giovani tedeschi che caddero sulla Linea Gotica, erano quindi nemici, c’è un ulteriore passaggio che fa uscire dalla retorica».
Dopo I Persiani, che vedremo giovedì a Sant’Anna, per Archivio Zeta – a ben osservare 0 gruppo tradisce la propria filosofia fin dal proprio nome, che evoca la Memoria – sono venuti negli anni Sette conto Tebe e Antigone, ma anche un parallelo lavoro cinematografico-documentaristico.
«Quando cominciammo a lavorare su I Persiani lo pensammo attuale per certe consonanze con la Guerra del Golfo oggi tristemente lo è ancora di più», continua Guidotti, che firma con Sangiovanni la regia.
Dove la chiusura è affidata alle parole di Cesare Pavese – «ogni caduto somiglia a chi resta e gliene chiede ragione» – per sottolineare quanto ogni guerra accomuni vincitori e vinti, in linea alla storia raccontata da Eschilo.
I fondatori di Archivio Zeta, poco più che trentenni, preferiscono tradurre direttamente dal greco i testi «per porre l’accento sulla metrica, u verso, la parola»: e nella loro ricerca di significati, scenografia e costumi diventano «poveri, scarni, funzionali al teatro che resta di parola, anche se lo spazio, nei luoghi che scegliamo, assume un valenza drammaturgica».
E la prossima tappa del loro viaggio nei luoghi più rappresentativi per la nostra memoria collettiva potrebbe essere Marzabotto, nel 2009.
Prenotazioni 334/9553640 10 euro Valentina Grazzini