
PROSSIMO PASSATO
una breccia nel tessuto del tempo
19 - 20 - 21 febbraio 2025 ore 17 - ARCHIVIO DI STATO DI BOLOGNA
ingresso 10€, posti limitati, acquisto obbligatorio online qui
ritrovo sotto il Voltone del Podestà, Piazza Maggiore, Bologna
L’evento si svolgerà anche in caso di pioggia.
Il percorso si svolge all’interno dell’Archivio e presenta barriere architettoniche, quindi purtroppo non è adatto a persone con difficoltà motorie.
PROSSIMO PASSATO una breccia nel tessuto del tempo è un’azione teatrale itinerante all’interno dell’Archivio di Stato di Bologna con la regia di Gianluca Guidotti, Enrica Sangiovanni di archiviozeta, basata sulle carte processuali originali del Tribunale del Torrone di Bologna conservate in Archivio e sulla ricerca Dare l’anima – Storia di un infanticidio, (Einaudi, 2005) di Adriano Prosperi, che è stato anche coinvolto nel progetto.
Lo spettacolo inizia in Piazza Maggiore a Bologna e prende l’avvio da una vicenda avvenuta nel 1709: la storia di uno stupro, di un infanticidio, il relativo processo e esecuzione di una giovane donna, Lucia Cremonini. Gli attori conducono il pubblico attraverso le strade del centro della città fino all’Archivio di Stato. Lo spettacolo precipita in un gorgo di parole, immagini, riflessioni. Ci imbattiamo, grazie alla guida e alla saggezza commovente di Adriano Prosperi, che interviene in video nel corso dello spettacolo, nella vita di una donna che si intreccia con quella del figlio da lei concepito, partorito e ucciso: un legame indissolubile di cui è parte essenziale la violenza fatta e subita. Sentiamo la viva voce della paura, entriamo in quelle misere stanze, percorriamo le strade senza via d’uscita delle carte processuali. Ecco gli attori di questa vicenda: un prete che usa violenza e poi scompare, una semplice ragazza e poi le figure del potere, allora rapidissimo e implacabile nel fare Giustizia.
Una riflessione sul corpo delle donne, che ancora ci lascia sgomenti davanti a quotidiane violenze e a nuovi inconcepibili infanticidi. Sotto le forche dimenticate di Piazza Maggiore dove nessuno sa che sono state uccise centinaia di persone, nella città sorda e distratta, e negli infiniti depositi dell’Archivio, sulla soglia del tempo, si può ascoltare il respiro della sofferenza, del dolore, del sopruso, il corteo di tutti coloro che hanno pagato con la vita, che hanno dato l’anima, oppressi dalle dinamiche in cui si sono trovati ad agire e reagire.