Tragedie di guerra
il Manifesto | 08/08/2007 | il Manifesto
Tragedie di guerra
Un teatro fatto di parole/pietre, di volti antichi, di vento e sole, quello di Archivio Zeta, compagnia tascana che da cinque anni lavora sull’Appennino tosco-emiliano.
Una trilogia tragica diretta da due trentenni, Gianluca Giudotti ed Enrica Sangiovanni, che dichiarano di fare «un teatro di parola nell’accezione pasoliniana del termine, un rito politico, un rito culturale».
Infatti la scena naturale è il Cimitero militare germanico del Passo della Futa, dove sono sepolti 32 mila giovani soldati tedeschi Luogo del dolore, ma anche del «nemico», luogo che chiede un confronto spietato con la nostra storia e come dicono i due registi «spazio contemporaneo per la tragedia greca e per ripensare oggi alle parole di Cesare Pavese: ogni caduto somiglia a chi resta e gliene chiede ragione».
La trilogia indaga tre momenti fondanti del pensiero ocddentale: I Persiani di Eschilo: la tragedia dei vinti, degli altri, dello scontro di civiltà; Sette contro Tebe di Eschilo: la tragedia dei fratelli, del potete, della guerra civile; Antigone di Sofode: la tragedia della disobbedienza, della sepoltura e delle leggi non scritte.
Repliche tutti i giorni fino al 19 agosto alle ore 18.15, prenotazione obbligatoria on-line: www.archiviozeta.eu telefonica: 334 9553640.